L’impatto dell’intelligenza artificiale nel fashion, oggi e nel prossimo futuro
L'intelligenza artificiale sta già cambiando il nostro modo di comprare, l’economia e società. E per il settore fashion si aprono molte opportunità.
L'intelligenza artificiale sta già cambiando il nostro modo di comprare, l’economia e società. E per il settore fashion si aprono molte opportunità
L’Intelligenza Artificiale (IA) non è affatto un affare nuovo. È ormai da molto tempo che sentiamo parlare di IA e come questa trasformerà la nostra economia e la nostra società, ma solamente negli ultimi anni (specialmente nel 2017) abbiamo cominciato a vedere questa promessa di un nuovo futuro non più come miraggio.
Il 90% di tutto i dati mondiali sono stati creati negli ultimi 24 mesi. La tecnologia continua a migliorare. L’intelligenza artificiale ha superato in molti task le performance umane: la sua abilità di analizzare simultaneamente una grande quantità di dati rende possibile l’identificazione di pattern altrimenti impossibili all’essere umano di riconoscere. Di conseguenza l’IA permette una comprensione, un’analisi più completa del presente, e una migliore previsione del futuro.
Il settore della moda non è ancora leader in questo campo, ma non ne è rimasto indifferente. Oltre allo sperimentare con la realtà aumentata (soprattutto nel settore del retail) e ai primi tentativi di smart fabric, come la giacca di jeans smart frutto della collaborazione di Levis e Google Jaquard, nel 2018 vedremo probabilmente i brand più importanti aprirsi all’intelligenza artificiale e alle sue possibilità, per migliorare, soprattutto dal lato operativo il settore. Chi adotterà per primo le nuove tecnologie offerte, raccoglierà per primo i benefici.
Creatività e Intelligenza Artificiale per cambiare il fashion
L’industria della moda appartiene ad un settore dove molti ancora guardano (giustamente, si potrebbe pensare) alla IA come una minaccia al processo creativo, troppo meccanico per catturare la creatività che è il core del fashion.
Il potenziale dell’IA va ovviamente oltre. Secondo quanto emerso dal Global Fashion Survey, della testata Business of Fashion in collaborazione con McKinsey, il 20% degli executive che vi hanno preso parte, crede che l’uso dell’IA nel reinventare design, marketing e merchandising, sarà un trend molto importante nel futuro prossimo del settore.
L’IA può migliorare sensibilmente la velocità, i costi e la flessibilità della catena operativa di ogni industry, e i consumatori potranno godere di tutti i miglioramenti, come spedizioni più veloci e maggiore disponibilità di prodotti. Saranno quindi moltissimi i benefici che potrà comportare l’implementazione dell’IA nelle previsioni di vendita, dal planning, merchandising all’automazione di produzione e consegne.
Le proiezioni della domanda è un aspetto particolarmente interessante in relazione alla natura trend-driven del mondo della moda. Un approccio che si basa sull’Intelligenza Artificiale per predire la domanda potrebbe ridurre gli errori di proiezione del 30-50%.
Tornando al processo creativo, l’implementazione dell’IA rende sempre più offuscati i confini tra creatività e tecnologia, facendo in molti casi della tecnologia un valido assistente del creativo. Non è stato sempre così d’altronde? Non c’è rivoluzione industriale in cui le macchine non accorrano in assistenza dell’uomo (a creino nuovi posti di lavoro).
Intelligenza Artificiale al lavoro
Molti early-adopters nell’industria della moda hanno focalizzato le proprie risorse IA su pochi, efficaci, elementi: tra i più importanti come già menzionato c’è la previsione della domanda, automazione delle operazioni, e sul miglioramento della customer experience, specialmente per quanto riguarda la personalizzazione.
Siamo però solo all’inizio. Molteplici saranno i campi in cui vedremo i leader del fashion impiegare il potenziale dell’IA. Dal punto di vista creativo per esempio, l’IA verrà utilizzata per migliorare il processo della creazione stessa, lo sviluppo del prodotto e del design; per esempio utilizzando l’algoritmo per setacciare la montagna di dati per predire quale caratteristiche di un prodotto piuttosto di altre i consumatori preferiranno.
Amazon, per esempio, sta per creare il primo AI designer con l’aiuto di un algoritmo che disegna capi di abbigliamento analizzando immagini, copiando dei design di tendenza, per poi crearne altri completamente nuovi. Un altro esempio arriva dall’India, dove il designer duo Falguni e Shane Peacock sta utilizzando lo strumento di riconoscimento visivo (Visual Recognition API) di Watson (IBM) per mappare il futuro della moda di Bollywood analizzando oltre 600 mila immagini di moda disponibili pubblicamente.
Un ulteriore esmpio di connubio tra IA e processo creativo viene dalla Startup Stich Fix che al posto di utilizzare moodboard, si rifà ad algoritmi che analizza 30 milioni di combinazioni possibili per predire quali caratteristiche di uno specifico design i consumatori potrebbero preferire, riducendo infine le possibilità a pochi suggerimenti.
Questi sono solo alcuni esempi di utilizzo dell’IA nel processo creativo.
Un’altra frontiera, per certi versi nota, è quella del customer service. Nel mondo del fashion online molte sono le compagnie fanno già utilizzo di chatbot per permettere un’interazione con i propri clienti 24/7. Nonostante le previsioni che per il 2020, l’85% delle relazioni con i clienti sarà gestita dalla IA, c’è ancora molta strada da fare, si consideri che oggi solo il 10% delle startup che considera il machine-learning il core del proprio business, dichiarano di generare revenue.
Neanche il settore della moda è immune alle preoccupazioni che riguardano la perdita dei posti di lavoro, laddove l’IA performi meglio dell’essere umano. La ricerca suggerisce che circa il 20-30% dei lavori attualmente affidati ai fashion designer potranno essere automatizzati, ma allo stesso tempo saranno molti lavori che saranno supportati da macchine e robot piuttosto che rimpiazzati da essi. Senza menzionare che l’IA ovviamente creerà molti altri nuovi lavori. Spetta alle compagnie prepararsi e far si che i propri impiegati siano abilitati con nuove skills e pronti ad una transizione positiva.
Guardando al futuro, sicuramente ci saranno ulteriori sviluppi in campo IA con il potenziale di cambiare il modo in cui compriamo e che sconvolgeranno i modelli operativi aziendali. È errore comune sopravvalutare l’impatto che la tecnologia può avere a breve termine, e sottovalutarne a lungo termine. Ma prepararsi ora per un impatto a lungo termine è vitale nel mondo della moda, come in molte altre industrie, per posizionarsi come leader di un nuovo futuro, che non sembra poi essere più cosi lontano.
(di Ilaria Capriglione, Redazione NinjiaMarketing.it)