Digital Transformation: come districarsi tra i nuovi paradigmi e trend tecnologici
La Digital Transformation per le aziende deve essere vista innanzitutto come un processo di cambiamento radicato nella gestione dei processi, prima ancora che una mera trasformazione tecnologica.
La Digital Transformation, benché parola chiave orami abusata, racchiude in sé quello che per le aziende sta diventando un potenziale enorme: l’integrazione della tecnologia digitale in tutte le aree e gli ambiti aziendali, una trasformazione che cambia radicalmente il modo di lavorare (processi e persone) e le modalità con le quali l’azienda si relaziona con i propri shareholders e porta valore al mercato (partner, clienti, fornitori, azionisti, ecc.).
L’innovazione digitale prende forma attraverso la trasformazione tecnologica dell’IT e delle strutture organizzative e di processo aziendali ma richiede anche una disruption culturale: alle organizzazioni è richiesto di sfidare continuamente il proprio “status quo”, sperimentare, addirittura “sentirsi a proprio agio” con la cultura del fallimento tipico delle startup.
Perché si possa davvero parlare di Digital Transformation è necessario che le aziende la vedano come un processo di cambiamento radicato nella gestione dei processi e delle modalità di lavoro (sempre più digitalizzati), prima ancora che una mera trasformazione tecnologica (senza la quale però, va detto, non potremmo nemmeno parlare oggi di Digital Transformation).
Quello che rende davvero compiuta una trasformazione digitale è, da un lato, la pervasività delle tecnologie digitali (in particolare oggi quelle cosiddette esponenziali che vanno dal Cloud all’IoT – Internet of Things, passando per i Big Data, gli Advanced Analyitics e l’Intelligenza Artificiale) in tutti livelli dell’organizzazione aziendale, dall’altro, la reddittività delle tecnologie in termini di innovazione digitale e di business e anche di efficienza.
Digital Transformation, andare oltre la “moda”
Come accennato, la Digital Transformation non può dirsi compiuta a seguito di una mera implementazione tecnologica, anche se dovesse trattarsi di una delle soluzioni attualmente più innovative e dirompenti del mercato. La parola chiave della trasformazione digitale è integrazione, vale a dire la fusione tra la tecnologia e il modo di lavorare delle persone e il modo di creare valore dell’azienda.
Ogni impresa deve trovare la propria “strada”, non esiste una ricetta univoca per tutti e non esistono tecnologie, soluzioni progettuali, servizi digitali in grado da soli di trasformare un’azienda in chiave digitale.
Interessante, a tal proposito, la definizione che ne dà il noto autore Greg Verdino: «La trasformazione digitale colma il divario tra ciò che i clienti digitali si aspettano e ciò che le aziende analogiche effettivamente offrono».
Che non si tratti di “moda” lo confermano i numeri degli analisti: secondo le ultime stime pubblicate da IDC, la spesa mondiale legata alle tecnologie che abilitano la Digital Transformation raggiungerà 1,3 trilioni di dollari già entro la fine di questo 2018, con un incremento del 16,8% rispetto ai 1,1 trilioni di dollari spesi nel 2017.
La società di analisi americana prevede che le spese nell’ambito della Digital Transformation possano mantenere un forte ritmo di crescita nel periodo di previsione 2018-2021 con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 17,9%. Secondo IDC, infatti, nel 2021, la spesa complessiva sarà quasi il doppio di quella attuale raggiungendo oltre 2,1 trilioni di dollari.
L’anno non si è ancora concluso ma stando alle stime IDC la maggior parte della spesa di quest’anno andrà verso tecnologie che supportano nuovi modelli operativi che aiutino le organizzazioni a rendere le loro operazioni più efficaci e reattive sfruttando prodotti/servizi digitalizzati (il modello del Cloud ha giocato fino ad oggi un importante ruolo in quest’area di trasformazione digitale).
La seconda area di investimento DX (l’acronimo con cui oggi si tende a “classificare” la Digital Transformation) sarà costituita da tecnologie che supportano innovazioni omni-experience che trasformano il modo in cui clienti, partner, dipendenti e cose comunicano tra loro. L’IoT, Internet Of Things ha vissuto il suo “boom” proprio negli ultimi anni.
Infine, le informazioni rappresenteranno un’importante area di investimento poiché le organizzazioni cercano di ottenere e sfruttare al massimo i dati per ottenere conoscenza utile a raggiungere un vantaggio competitivo attraverso decisioni migliori, operazioni ottimizzate e nuovi prodotti e servizi, in altre parole, attraverso l’innovazione digitale. Big Data, Analytics e Intelligenza Artificiale stanno oggi esprimendo un potenziale elevatissimo per le aziende che intendono raggiungere quegli obiettivi.
Guardando invece al nostro mercato italiano, dai dati Istat emerge che le imprese si stanno muovendo verso la digitalizzazione (nell’ultimo triennio hanno investito nell’area della sicurezza informatica – 45% – e delle applicazioni web e mobili – 28%) ma con un divario sempre più netto tra grandi organizzazioni e PMI: il livello di digitalizzazione delle piccole e media imprese è ancora basso o molto basso nell’89% dei casi, mentre il 48% delle imprese di grandi dimensioni ha un livello di digitalizzazione alto o molto alto.
Guardando al bicchiere mezzo pieno, significa che c’è ancora tanto spazio di miglioramento e crescita e che la Digital Transformation, guardata a livello più ampio di Paese, deve ancora esprimere il suo massimo potenziale.
I pilastri dell’innovazione digitale
Sebbene la Digital Transformation varia ampiamente in base alle sfide che ogni singola organizzazione deve superare e alle specifiche esigenze ed obiettivi che intende raggiungere, ci sono alcuni “elementi ricorsivi” che stanno accomunando le imprese che hanno già intrapreso un percorso di cambiamento:
miglioramento della customer experience
agilità operativa
più efficace decision making
forza lavoro più agile e collaborativa
integrazione delle tecnologie digitali esponenziali
Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato da MIT Sloan Management Review (ancora attualissimo sebbene risalga al 2014) redatto da grandi nomi come George Westerman, Didier Bonnet, ed Andrew McAfee, il potenziale della Digital Transformation si esprime principalmente su tre grandi direttrici:
Trasformazione della customer experience
Trasformazione dei processi operativi
Trasformazione dei modelli di business
Ciascuno di questi tre pilastri incide su tre differenti ambiti di intervento portando a nove quelli che potremmo identificare come gli “elementi costitutivi” per la trasformazione e l’innovazione digitale.
1. Trasformazione digitale della customer experience
Conoscenza e comprensione del cliente (attraverso CRM evoluti, Big Data, Analytics e Intelligenza Artificiale);
Utilizzo delle tecnologie per processi di vendita più efficaci (in questo caso Cloud e Mobility sono gli ambiti tecnologici di maggiore efficacia ma anche soluzioni intelligent di content management, eCommerce, CRM, ecc.);
- Multichannel e Omnichannel touchpoint (ampliare e migliorare la gestione dei punti di contatto tra un’azienda ed i clienti richiese anche in questo caso investimenti in Cloud e Analytics).
2. Trasformazione digitale dei processi operativi
Process Digitization, ossia automazione dei processi per renderli più agili ed efficienti
Virtualizzazione e Collaboration, ossia virtualizzazione dei sistemi di produttività ed utilizzo di infrastrutture Cloud a sostengo di un processo lavorativo più esteso e collaborativo; trasformazione che oggi esce anche dai confini aziendali con l’edge computing e l’IoT;
Performance Management, oltre all’efficienza dei processi la Digital Transformation sta effettivamente cambiando il processo decisionale strategico andando quindi a contribuire alle prestazioni di business (Cloud, Analytics, IoT ed Intelligenza Artificiale sono oggi gli ambiti tecnologico più efficaci per questo tipo di trasformazione e innovazione digitale).
3. Trasformazione digitale dei modelli di business
business “modificati digitalmente”: molte aziende stanno cercando di costruire “involucri digitali” attorno ad un modello di business tradizionale, analogico. La sfida è riuscire ad integrare “vecchio” e “nuovo” in un modello sostenibile;
nuovi digital business: in questo caso si parla di “business paralleli”, modelli di innovazione che nascono quasi parallelamente al business tradizionale di un’azienda permettendole di trovare nuovi mercati o nuove modalità di proposta (per esempio passando dal prodotto al servizio);
globalizzazione digitale: la Digital Transformation consente alle aziende di passare da imprese locali o multinazionali a organismi “globali” pur operando localmente (in questo caso l’elemento disruptive è il Cloud).
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(Di Paolo Mazza,Redazione Ai4Business.it)