La prossima sfida in Cina? Quella dei gioielli.
La partita sulla gioielleria di lusso in Cina è aperta ma i brand internazionali si trovano di fronte un mercato ancora tutto sommato legato ai marchi “locali”. Solo il 15% infatti è legato alle maison.
Un mercato dalle potenzialità ancora ampiamente inesplorate per i marchi di lusso di gioielleria internazionali. Si tratta della Cina, ex mercato emergente per molte categorie di prodotto tra cui la moda, ma che lascia intravedere ancora importanti possibilità per le maison di gioielli ben conosciute il tutto il mondo. Nell’ex Celeste Impero le vendite di gioielli di marca rappresentano ancora il 15% dell’intero mercato cinese dei gioielli, valutato 647 miliardi di yuan nel 2020 (pari a oltre 80 miliardi di dollari al cambio attuale): un dato relativamente basso e inferiore alla media globale che si attesta sul 20 per cento.
Nonostante le vendite in Cina siano diminuite all’inizio della pandemia a inizio anno si registrata una netta inversione di tendenza. Nei primi quattro mesi di quest’anno, le vendite totali di oro, argento e gioielli hanno superato i 102,5 miliardi di yuan (15,91 miliardi di dollari), un aumento dell’81,5% anno su anno, secondo i dati del National Statistics Bureau. In particolare, il consumo di gioielli in oro si è attestato a 191,5 tonnellate nel primo trimestre, il livello trimestrale più alto dal 2015, sostenuta da un’economia forte e in crescita del 4% rispetto al primo trimestre 2019.
Ecco che, quindi, la partita sulla gioielleria di lusso in Cina è aperta ma i brand internazionali si trovano di fronte un mercato ancora tutto sommato legato ai marchi “locali”. Secondo quanto riportato da Business of Fashion, l’unico marchio di gioielleria internazionale a rientrare tra i primi cinque per quota di mercato è Cartier, con l’1,1%, sebbene altri player internazionali siano in aumento. Tiffany & Co., ad esempio, al numero sette della lista, ha notevolmente aumentato la sua penetrazione di mercato nell’ultimo anno, raggiungendo l’1% di quota di mercato nel 2020, rispetto allo 0,6% del 2019.Il gruppo lo scorso anno ha scelto un ambassador cinese, la superstar Jackson Yee.
Numeri ben diversi dai top player cinesi. Tra i big c’è Chow Tai Fook che controlla il 7,6% del mercato, il che lo rende il più grande gioielliere della Cina e lo pone davanti a nomi noti come Cartier e Tiffany & Co. Segue Lao Feng Xiang, con il 7,5% del mercato della gioielleria cinese, Lao Miao ha il 3,5% e Chow Sang Sang 1,3 per cento. Fondata a Guangzhou oltre 90 anni fa, Chow Tai Fook vanta una capitalizzazione di mercato di 19,5 miliardi di dollari. Nell’ultimo esercizio fiscale terminato il 31 marzo ha visto ricavi in crescita del 23,6% a 70,16 miliardi di dollari di Hong Kong (7,5 miliardi di euro) dai 56,75 miliardi di dollari di Hong Kong (6 miliardi euro ) dell’anno precedente.
Sono state diverse le iniziative e i progetti dei colossi internazionali per incrementare la loro penetrazione sul mercato cinese. A livello globale Richemont ha collaborato con Alibaba nell’ambito di un investimento in Farfetch che aveva come obiettivo fornire ai marchi dell’alto di gamma un migliore accesso al mercato cinese e accelerare la digitalizzazione del settore lusso mondiale. Successivamente, Cartier ha ospitato il suo primo spettacolo in live streaming di gioielli su Taobao Live di Alibaba durante il festival dello shopping Double 11 di Alibaba, con oltre 400 orologi e gioielli, tra cui una collana del valore di 28,3 milioni di dollari.
(a cura della Redazione, PambiancoNews.com)
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