Creativo, inventivo, innovatore: il Made in Italy che ce la fa è quello che sa cogliere il cambiamento
Quattro anni fa Fashion lanciava la sua prima Ceo Roundtable. Allora i marchi italiani si affacciavano con timidezza al mondo digitale. Oggi chi si è messo in gioco raccoglie i frutti e attira gli investitori internazionali.
Quattro anni fa Fashion lanciava la sua prima Ceo Roundtable. Allora i marchi italiani si affacciavano con timidezza al mondo digitale. Oggi chi si è messo in gioco raccoglie i frutti e attira gli investitori internazionali.
Platea piena il 7 novembre in occasione della Ceo Roundtable on Commerce Innovation, organizzata a Palazzo Parigi di Milano da Fashion ed eBusiness. Un evento che ha costruito il proprio successo su una formula unica nel suo genere, basata sul confronto tra i top executive del mondo della moda e quelli del digitale. Il tutto con il valore aggiunto degli interventi di esperti - in questo caso Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi, e Luca Solca, senior analyst Global Luxury Goods di Bernstein -, per fare il punto su un mercato in cui non si parla più di e-commerce, ma di commerce.
Ad aprire i lavori Marc Sondermann, direttore e ceo delle due testate, che ha ripercorso l'evoluzione della Ceo Roundtable.
"In quattro anni - ha affermato - abbiamo dato la parola a 300 a.d. di primo livello e 250 brand della moda, registrando tra il pubblico 5mila persone, tra imprenditori e altri addetti ai lavori."
Sondermann ha poi esteso il focus a una fase in cui per il retail non è tutto rose e fiori e il wholesale fatica a risollevarsi da anni durissimi, "ma ci sono anche notizie positive, che dimostrano come la trasformazione digitale, ritenuta ai tempi una mission impossible nel nostro Paese e in particolare nella moda, sia diventata finalmente realtà."
Tra i protagonisti dell'edizione 2019 anche Venistar, che ha avuto l'opportunità di salire sul palco con due esponenti aziendali: Roberto Da Re, Presidente, e Antonio Canovese, CX Sales Manager.
"Siamo i direttori dell'orchesta omnichannel"Mettere il cliente in primo piano è un mantra per Venistar: (servizio a pag. 48 - eBusiness) |
LA PARTITA SI DECIDE SULLA VISIBILITA' DELLO STOCKNell'integrazione tra e-commerce e negozi fisici bisogna basarsi su aggregatori come stock e cataloghi condivisi, in cui però è prioritario stabilire chi vede cosa La complessità è intrinseca ai nuovi modelli di business distributivo in cui i canali fisici e digitali devono funzionare all'unisono. I nodi sa sciogliere non mancano, ma aziende e partner tecnologici si attrezzano per trovare la soluzione giusta al momento giusto. Ne hanno parlato, con la moderazione di Marc Sondermann, Giuseppe Miriello, head of digital del brand Paul&Shark, e Antonio Canovese, CX sales manager di Venistar. Miriello si è riallacciato alla relazione presentata nella prima parte del convegno, in cui ha illustrato l'implementazione di un progetto e-commerce svolto a tempo record e in strategia con i franchisee. "L'e-commerce - ha detto - viene vissuto come un pericolo dalla rete distributiva esistente, se non concepito in un'ottica di supporto. Noi per esempio monitoriamo dove avvengono le vendite online entro una data distanza dal franchisee, riconoscendogli una fee: uno degli aspetti che abbiamo dovuto affrontare nella strategia omnichannel". "Le complessità vanno risolte alla radice - ha osservato Antonio Canovese - innestando nuovi sistemi che tengano conto dell'omnicanalità e bypassando i limiti di processi nati per gestire separatamente i canali". Chi si deve basare su aggregatori, "come stock e cataloghi condivisi - ha fatto notare il CX Sales Manager di Venistar - in cui però è fondamentale stabilire chi vede cosa e chi riceve quali informazioni". (servizio a pag. 54 - eBusiness) |