CEO Roundtable on Commerce Innovation
Trasformazione e reinvenzione digitale: così il made in Italy diventa più appealing. Circa 300 tra imprenditori e addetti ai lavori di moda e lifestyle al summit di Palazzo Parigi.
Trasformazione e reinvenzione digitale: così il made in Italy diventa più appealing
Un pubblico di circa 300 tra imprenditori e altri addetti ai lavori della moda e del lifestyle ha preso parte ieri alla Ceo Roundtable on Commerce Innovation, organizzata da Fashion magazine e da eBusiness a Palazzo Parigi di Milano con una formula unica nel suo genere, che mette faccia a faccia esponenti della finanza e dell'economia, manager del made in Italy e portavoce del mondo digitale.
In apertura del summit, il nostro direttore e ceo Marc Sondermann ha fatto il punto su un evento che, nel corso dei suoi quattro anni di vita, «ha dato la parola a 300 amministratori delegati di primo livello e 250 brand della moda e registrato 5mila ospiti di diversi settori».
«In questa fase di mercato il retail soffre e il wholesale si sta riprendendo da anni complicati - ha sottolineato il direttore e ceo delle nostre testate - ma ci sono anche notizie positive, a partire dal fatto che i ricavi dell'e-commerce diretto delle aziende del settore si sono quintuplicati, arrivando attraverso le operazioni omnicanale anche al 15-20% del fatturato».
Ai tempi della prima Ceo Roundtable «la trasformazione digitale in ambito moda sembrava quasi una missione impossibile e inconciliabile con il made in Italy, nonostante un'azienda di nome Yoox stesse dimostrando che il futuro era già a portata di mano. Fortunatamente è andata in modo diverso: siamo passati da una penetrazione media sotto l'1% dei nostri brand sul canale digitale a un 5%-7%, raggiungendo il tipping point in cui, secondo McKinsey, l'evoluzione inizia ad accelerare».
Non c'è dunque saturazione, ma dinamismo, «testimoniato anche dal grande interesse dei capitali nei confronti dei marchi del made in Italy che investono in trasformazione, rinnovamento e reinvenzione».
Sondermann si è soffermato sui nuovi connotati del capitalismo italiano d'impronta tradizionalmente familiare, «che storicamente aveva difficoltà ad affacciarsi alla Borsa e a dialogare con il mondo degli investitori istituzionali e invece ha saputo sfoderare nuove armi, interagendo sempre più con i fondi, il private equity e il venture capital. Nei salotti mondiali della finanza ci sono esperti italiani di altissimo livello, pronti a scendere in campo nel nostro Paese».
«Si prepara un nuovo Risiko - ha aggiunto - con i nostri player che si stanno armando dal punto di vista dei capitali, per affrontare le sfide di domani e prendere in mano gli strumenti di una nuova economia che sta emergendo, ricca di opportunità ma anche di insidie».
Nel lusso «il 20% vince alla grande e l'80% perde in modo non drammatico ma tangibile, senza però capire come quel 20% abbia fatto a emergere. Lo vogliamo comprendere qui, con nomi iconici ma anche giovani e trasformazionali, tutti di successo».
«In Italia non c'è solo Gucci ma tante altre realtà di dimensioni variegate, anche quelle che in soli due anni sono riuscite a bruciato le tappe, portando i ricavi a 10 milioni - ha concluso Sondermann -. Ognuno ha la sua ricetta e i suoi benchmark internazionali, ma l'obiettivo è uno solo: valorizzare il nostro bene più grande, ossia una capacità creativa che si esprime nella moda, nel design, nel food, nel turismo di alto livello e nel beauty, settori che insieme al loro indotto arrivano a realizzare un 15%-20% del Pil nazionale».
(a cura della Redazione, Fashion Magazine)
Venistar ha partecipato all'evento come Partner di Fashion Magazine, vista la preziosa sinergia che unisce da molti anni le due realtà, con l'intervento di due esponenti. Il primo a salire sul palco, in tarda mattinata, è stato Roberto da Re, Presidente di Venistar, che ha trattato il tema dell'Headless Commerce come risposta all'estrema complessità dell'ecosistema attuale in cui omnichannel, esperienza d'acquisto e servizi personalizzati sono gli ingredienti di base per supportare la disruption dovuta al proliferare di marketplace, touchpoint e servizi da coordinare, eventi omnichannel da sincronizzare e piattaforme di front-end e back-end che, però, non sono orchestrate tra di loro. Antonio Canovese, CX Sales Manager di Venistar, è stato chiamato a portare la visione e l'esperienza di Venistar nel panel del pomeriggio dedicato alle best practice dell'ecommerce a confronto.
Di seguito alcuni scatti catturati durante l'evento.