Bulgari: «Cina già in ripresa per gli acquisti di alta gioielleria»
Mauro Di Roberto, direttore della divisione gioielleria spiega la strategia: «In assenza di turismo andiamo sui mercati esteri direttamente. Anche gli Stati Uniti hanno ricominciato a spendere».
Mauro Di Roberto, direttore della divisione gioielleria spiega la strategia: «In assenza di turismo andiamo sui mercati esteri direttamente. Anche gli Stati Uniti hanno ricominciato a spendere».
Il 2021 lo descrive come «un periodo di transizione, con recupero». Nel senso che ci sarà una crescita, senza però toccare i livelli del 2019, «un anno record». Anche il 2020 per Mauro Di Roberto, direttore del settore gioielleria di Bulgari, è andato meglio di quanto ci si potesse aspettare all'esordio della pandemia. «Stiamo soffrendo, ma ne stiamo venendo fuori», dice Di Roberto, seduto al primo piano del negozio di Roma, in via Condotti, dove sono già esposti i gioielli della nuova collezione che viene lanciata in anteprima internazionale, Barocko.
Di Roberto spiega ciò che sta accadendo sui mercati: è vero che i turisti, grandi protagonisti del settore del lusso, mancano, soprattutto i cinesi. Ma è proprio la Cina che sta crescendo negli acquisti di alta gioielleria, seguita dalla Corea. «I cinesi stanno comperando molto di più e questa tendenza sta quasi compensando il forte calo che abbiamo in Europa e negli Stati Uniti». In Cina la presenza di Bulgari è capillare con 35 negozi (i monobrand diretti sono 27). E proprio in Cina, a ottobre, avverrà la seconda presentazione della collezione Barocko, a Pechino e Shanghai.«Stiamo ragionando su questa tendenza, in mancanza di turisti il nostro impegno è sui mercati locali dei diversi paesi, per essere presenti più di prima e cogliere questa opportunità», dice Di Roberto.
Ancora sono incerti i tempi della pandemia, non si sa quando le persone riprenderanno a viaggiare. L'Europa soffre, gli Stati Uniti, sottolinea Di Roberto, piano piano stanno reagendo, «e il cittadino americano ha possibilità di spesa». I mercati interni sono una risorsa:«è una sfida da cogliere, dobbiamo trovare il modo di comunicare, di raggiungere il target locale».
Altro elemento emerso negli ultimi mesi lo sviluppo dell'e-commerce. «Sono stati fatti acquisti anche oltre i 10mila euro, non ce l'aspettavamo». Ora si punta a rafforzare questo canale di vendita, grazie alle nuove tecnologie: per esempio, racconta Di Roberto, è già disponibile una app che consente di provare i gioielli, a partire dagli orecchini, in modo virtuale. Una strategia che si sta mettendo a punto, resa possibile anche dalla grande versatilità dei prodotti, che vanno dal piccolo oggetto, da 700 euro, all'alta gioielleria.
La collezione Barocko si pone nella fascia sopra i 400mila euro. E rappresenta la tipicità dei gioielli Bulgari: «disegno, forte e audace, unito ai colori». Sono 120 pezzi che si ispirano al patrimonio artistico e architettonico romano. Il lancio della collezione nella Capitale «rappresenta il legame storico e consolidato che Bulgari ha con Roma». I disegni sono ispirati, per fare qualche esempio, agli Orti Farnesiani, ai colori di Caravaggio, alla Fontana dei Quattro Fiumi del Bernini, alla cupola della chiesa di Sant'Ignazio di Loyola.
Dal 2011 Bulgari fa parte del gruppo Lvmh, resta tutta italiana la manifattura: nello stabilimento di Valenza Po, dove lavorano 700 persone, di cui 550 orafi, e nel laboratorio di Roma dove si produce l'alta gioielleria, 60 orafi su 70 persone. Qualità assoluta, e grande impegno: per la collana Rosso Caravaggio, della collezione Barocko, sono state necessarie 1.500 ore di lavoro artigianale.
(a cura di Nicoletta Picchio, Il Sole 24 Ore)